La stitichezza interessa il 16% degli adulti e il 12% dei bambini. È più comune nel sesso femminile e aumenta con l’avanzare dell’età. Spesso è transitoria, ma alcune persone soffrono di stitichezza cronica con sintomi che perdurano da almeno 6 mesi e che possono avere ricadute negative sulla qualità di vita.

Il semplice fatto di non evacuare ogni giorno non significa invece soffrire di stitichezza, o stipsi. La frequenza delle evacuazioni intestinali fra le persone sane varia infatti in modo notevole: da tre evacuazioni al giorno a tre alla settimana e di norma le feci vengono espulse senza sforzo, senza fastidio e senza eccessiva tensione addominale.

Nelle persone che soffrono di stipsi il rallentato transito del cibo digerito lungo il colon determina invece un maggior riassorbimento di acqua, con indurimento delle feci e un minor numero di evacuazioni. Se trascorrono più di tre giorni senza defecare, il contenuto intestinale può indurirsi al punto non solo da causare difficoltà nell’evacuazione, ma anche dolore durante l’espulsione del materiale fecale.

Si parla dunque di stitichezza o stipsi quando ci sono meno di tre evacuazioni alla settimana, a cui in genere si associano sforzo durante la defecazione, feci dure oppure sensazione di evacuazione incompleta.

I sintomi

La stitichezza è caratterizzata da una frequenza di evacuazione inferiore alle tre volte la settimana, a cui si possono associare altri disturbi.

I sintomi più spesso riferiti da chi soffre di stipsi sono:

  • difficoltà a evacuare
  • sensazione di evacuazione incompleta
  • eliminazione di feci dure o a palline (“caprine”)
  • pesantezza e gonfiore addominale
  • flatulenza e meteorismo
  • dolore addominale, tipo crampi, e distensione addominale
  • difficoltà abituale a svuotare l’intestino in modo completo
  • eccessivo sforzo nella defecazione
  • ricorso a manovre manuali o ausili tipo clisteri, supposte o lassativi, anche naturali, per evacuare
  • mancanza di stimolo a evacuare.

Le feci dure e i continui sforzi possono inoltre provocare alcune complicanze, a partire dalla comparsa di piccole ferite nella regione anale (ragadi) o emorroidi. Una complicanza più grave della stipsi è la formazione di un cosiddetto “fecaloma”, ovvero un accumulo di feci dure che può provocare un’occlusione intestinale. In questo caso è opportuno fare ricorso a consulto medico.

In genere la stitichezza è comunque una condizione non grave, anche se può essere molto fastidiosa, a maggior ragione se cronica. È necessario porre particolare attenzione se la stipsi compare all’improvviso in persone adulte con una familiarità per i tumori intestinali, soprattutto se associata a sangue nelle feci e dimagrimento ingiustificato. In questo caso è bene sottoporsi a una visita specialistica.

Le cause della stitichezza

Di solito la stipsi occasionale si presenta in particolari circostanze. Un improvviso cambiamento della regolarità intestinale può, per esempio, derivare dall’avvio di una terapia con farmaci o integratori che possono favorire la stitichezza (antipertensivi, integratori a base di ferro ecc.) oppure da un cambio di abitudini alimentari, come può accadere in vacanza.

La stitichezza transitoria si può inoltre presentare anche dopo un intervento chirurgico (che costringa per un certo tempo all’immobilità), durante la gravidanza o la fase acuta di una malattia.

La stipsi cronica invece riconosce spesso più cause e può essere legata a una grande varietà di fattori. Qui di seguito vengono descritti i principali.

Dieta povera di fibre

Una delle cause più comuni di stitichezza cronica è rappresentata da una dieta povera di fibra (contenuta soprattutto in frutta, verdura e cereali integrali), ricca di grassi animali (carne, latticini e uova) e zuccheri (dolci), associata a uno scarso apporto di liquidi. In questi casi la stipsi di solito non rappresenta un problema serio e può essere corretta modificando le cattive abitudini alimentari e lo stile di vita. Le fibre, soprattutto quelle insolubili, favoriscono la progressione della massa fecale e la sua successiva espulsione.

Abitudini scorrette

Molte persone che soffrono di stipsi hanno la tendenza a reprimere lo stimolo a defecare quando si presenta per la paura di provare dolore durante l’evacuazione. Questo comportamento, più tipico nelle donne, può portare nel tempo a un ulteriore rallentamento del transito intestinale. Anche la sedentarietà, i ritmi di vita stressanti, la tensione nervosa e l’ansia possono avere ricadute negative sulla regolarità intestinale.

Malattie e condizioni

Talvolta la stipsi cronica è secondaria ad altre patologie. Le disfunzioni dei muscoli del pavimento pelvico, responsabili della defecazione con il loro rilassamento e contrazione, possono rendere più lunga e difficoltosa l’evacuazione. La sindrome del colon irritabile è spesso associata a stitichezza che però in genere si alterna alla diarrea ed è accompagnata da dolore sia prima sia dopo l’evacuazione.

Farmaci e abuso di lassativi

L’assunzione di alcuni farmaci, anche per altre patologie, può indurre stitichezza. Anche l’abuso di lassativi stimolanti può causare una sorta di dipendenza che porta ad aumentare la dose finché l’intestino diventa insensibile alla loro azione.

Stitichezza nei bambini

La stipsi è frequente anche nei bambini. A volte esordisce in epoche precoci della vita in seguito a cambiamenti nella dieta, per esempio l’introduzione del latte vaccino che può portare alla formazione di feci dure, o l’assunzione dei primi alimenti solidi che cambiano la consistenza delle feci. Alcuni bimbi possono invece avere difficoltà a evacuare una volta che non usano più il pannolino.

I rimedi

La prima indicazione per contrastare la stipsi in fase iniziale è sempre quella di cambiare le abitudini alimentari scorrette, aumentando l’introduzione per esempio di frutta e verdura, che sono ricche, oltre che di vitamine e sali minerali, anche di fibre, così come i cereali integrali. L’apporto di fibre consigliato è di almeno 25 grammi al giorno.

Altrettanto importante è una corretta idratazione: bere molto liquidi (acqua o comunque bevande non zuccherate) aiuta a rendere le feci morbide e quindi a favorire la loro evacuazione. Sotto questo aspetto gli individui più a rischio di stipsi sono gli anziani, che tendono infatti ad assumere pochi liquidi, mentre dovrebbero bere almeno 2 litri di acqua al giorno (circa 8-10 bicchieri al dì).

Altri accorgimenti utili sono:

– praticare una regolare attività fisica, come camminare velocemente o andare in bicicletta. L’ideale è dedicare all’esercizio almeno mezz’ora al giorno o 2-3 ore a settimana.

non reprimere o ignorare lo stimolo e cercare di defecare dopo i pasti, sfruttando la maggiore motilità che in genere si associa all’introduzione del cibo, in particolar modo al mattino.

In alcuni casi può essere utile assumere probiotici e prebiotici, che favoriscono l’equilibrio della flora intestinale, e quindi il benessere intestinale. I primi sono microrganismi, in particolare batteri, che riescono ad arrivare vivi e vitali nell’intestino, per migliorarne le funzioni; i prebiotici sono invece sostanze non viventi contenute negli alimenti, come per esempio i frutto-oligosaccaridi (FOS) o i galatto-oligosaccaridi (GOS), che favoriscono la proliferazione nell’intestino di batteri “buoni”.

Se la stitichezza non migliora con questi accorgimenti si può prendere in considerazione il ricorso a lassativi, prestando però attenzione a non abusarne.

Se la stipsi è secondaria ad altre malattie, bisogna invece in primo luogo intervenire su quelle con cure mirate.

I lassativi

Esistono diversi tipi di lassativi che agiscono con meccanismi differenti.

I lassativi comuni possono essere acquistati in farmacia, nei supermercati e (alcuni tipi) in erboristeria, senza prescrizione medica. L’uso scorretto o l’abuso, però, non sono privi di effetti indesiderati. Per questo motivo è sempre buona regola chiedere consiglio al medico o al farmacista.

Agenti formanti massa

I lassativi formanti massa, come lo psyllium, la crusca e la metilcellulosa, sono integratori di fibre e vanno assunti con molta acqua. Agiscono trattenendo l’acqua nell’intestino, aumentando così il volume delle feci e rendendole più soffici e facili da espellere.

Lubrificanti ed emollienti fecali

Il più noto è la glicerina. Agiscono rendendo le feci untuose e lubrificate per consentirne un passaggio più agevole nell’intestino e attraverso l’ano.

Lassativi osmotici

Sono costituiti da sostanze che richiamano acqua nell’intestino. Le feci aumentano così di volume e diventano morbide e questo ne accelera il transito, favorendo l’evacuazione. Tra i preparati appartenenti a questa categoria i più comuni sono quelli a base di lattulosio, polietilenglicole, sali di magnesio, mannite e sorbitolo. Possono essere usati regolarmente per la cura della stipsi occasionale o per la preparazione dell’intestino per la colonscopia (magnesio citrato, latte di magnesia, polietilenglicole).

Lassativi stimolanti

Agiscono stimolando le contrazioni ritmiche dei muscoli dell’intestino e diminuendo l’assorbimento di acqua ed elettroliti dal colon. In questa categoria rientrano per esempio la bisacodile, la senna o la cascara.