Il lattulosio, chiamato anche 1,4-beta-galattoside-fruttosio dal nome dei suoi componenti (fruttosio e galattosio), è uno zucchero semplice (per la precisione, un disaccaride) che non viene digerito né assorbito dall’apparato gastrointestinale umano e non rientra, quindi, tra i composti assunti attraverso l’alimentazione utilizzabili dall’organismo per produrre energia.

Lattulosio: cos’è?

Il lattulosio è uno dei fattori nutritivi usati dai batteri presenti nel colon che posseggono l’enzima in grado di degradarlo e utilizzarlo per il proprio metabolismo, liberando acidi grassi a catena corta e gas (idrogeno e metano), come prodotti di scarto.

La trasformazione del lattulosio da parte dei batteri intestinali ha effetto lassativo, che dipende dalla formazione dei gas intestinali e dallo stimolo sulla peristalsi, la quale riduce il tempo di transito intestinale delle feci.

In aggiunta, se assunto in quantità superiori alle capacità di “digestione batterica”, il lattulosio esercita un’azione lassativa ancora più marcata perché tutto lo zucchero non digerito che resta nell‘intestino attira liquidi che rigonfiano e ammorbidiscono le feci, facilitandone la progressione lungo il canale intestinale e l’evacuazione.

Un ulteriore impiego del lattulosio prevede la sua assunzione per facilitare la diagnosi di alterazioni della funzionalità gastrointestinale che causano diarrea, gonfiore, crampi addominali, meteorismo e flatulenza, spesso dovute a disequilibri della flora batterica intestinale, come disbiosi e sovracrescita batterica nell’intestino tenue (SIBO), oppure a forme di malassorbimento.

In questo caso, il lattulosio viene utilizzato nell’ambito di un test chiamato “Breath test” che si esegue facendo ingerire al paziente una dose fissa di principio attivo, al mattino a digiuno, e misurando la quantità di idrogeno (H2) presente nell’aria espirata, raccolta in un apposito sacchetto nelle 3-4 ore successive. L’analisi dei gas viene ripetuta più volte, su campioni di aria espirata raccolti ogni 15-20 minuti.

Per ottenere un esito affidabile dal “Breath test” è necessaria una preparazione preliminare semplice, ma abbastanza lunga, soprattutto per la necessità di non assumere né lattulosio né altri lassativi o farmaci in grado di modificare il transito intestinale (in particolare, antibiotici per via orale) nei 30 giorni precedenti il test e di evitare anche l’uso di prodotti probiotici (integratori a base di fermenti lattici e yogurt) e latte di origine animale nei 15 giorni precedenti.

Lattulosio: metodi di assunzione

La via di assunzione abituale del lattulosio per il suo impiego comune come lassativo è quella orale, ossia per bocca. Per questo uso, il lattulosio è disponibile in commercio sotto forma di soluzione già pronta da bere: in particolare, lo sciroppo e gli stick a base di solo lattulosio, privi di eccipienti.

I prodotti a base di lattulosio possono essere classificati come farmaci da banco (OTC) o integratori alimentari e la principale caratteristica che giustifica questa differenza riguarda la quantità di principio attivo contenuta nelle singole dosi da assumere.

Entrambi i tipi di prodotti a base di lattulosio possono essere acquistati senza ricetta medica, ma se vengono assunti per un trattamento di breve durata della stitichezza occasionale, serve qualche cautela in più e si deve evitare di abusarne per non rischiare di andare incontro ad alcuni effetti indesiderati.

L’assunzione di dosi eccessive di lattulosio può, infatti, causare la comparsa di diarrea, dolori crampiformi o (più raramente) coliche addominali, eccessiva produzione di gas intestinali, meteorismo e flatulenza, nonché talvolta nausea e vomito. Inoltre, l’uso improprio prolungato può causare malassorbimento di importanti fattori nutritivi, come vitamine e sali minerali (soprattutto, il potassio) e promuovere la perdita d’acqua e lo sviluppo di disidratazione, specie nei bambini e negli anziani.

Evitare questi sintomi fastidiosi, tuttavia, è molto semplice: basta seguire le indicazioni d’impiego riportate sulla confezione dei diversi prodotti e rispettare le dosi consigliate. Nel caso dello sciroppo lassativo il dosaggio negli adulti varia in funzione della severità della stitichezza.

In ogni caso, se dovesse comparire una diarrea significativa, il problema si risolve con la sospensione dell’assunzione.

Tuttavia, per evitare di incorrere in disturbi addominali aggiuntivi, se non si è mai assunto lattulosio in precedenza, è bene rispettare due precauzioni: la prima è partire sempre con le minime dosi previste, aumentandole soltanto in caso di insuccesso; la seconda è avere un po’ di pazienza, perché in genere il lattulosio impiega circa 48 ore a fare effetto.

Un ulteriore consiglio è assumere lo sciroppo lassativo preferibilmente alla sera prima della cena o al mattino a digiuno, per facilitarne il passaggio rapido nello stomaco e l’arrivo nell’intestino.

Se la stitichezza tende a persistere, per esempio a causa di un periodo prolungato di stress o di sedentarietà obbligata (per esempio, a causa di problemi a camminare o della necessità di restare a letto), possono essere previste dosi di mantenimento inferiori e sempre commisurate alla severità dei sintomi.

Se la terapia con lattulosio non porta all’effetto sperato nell’arco di alcuni giorni, non si deve insistere, ma rivolgersi al medico per una valutazione più precisa dei sintomi presenti e gli approfondimenti del caso. La stitichezza, infatti, può essere di tipo diverso e avere molte cause, richiedendo quindi trattamenti differenti per essere risolta.

Consultare il medico per ottenere una diagnosi precisa è indispensabile anche quando la necessità del lattulosio (o altri lassativi) deriva da un improvviso cambiamento delle abitudini intestinali (frequenza e caratteristiche delle evacuazioni) di durata superiore alle due settimane.

Lattulosio: possibili controindicazioni

Per evitare possibili fastidi, è indispensabile ricordare che i lassativi, compresi quelli contenenti lattulosio, sono controindicati quando, oltre alla stitichezza, sono presenti anche dolore o crampi addominali acuti o di origine sconosciuta, nausea o vomito, ostruzione o stenosi intestinale, sanguinamento rettale di origine sconosciuta e grave stato di disidratazione.

Inoltre, i lassativi devono essere utilizzati con cautela e soltanto in caso di effettiva necessità negli anziani e nei bambini, soprattutto sotto i 6 anni. In persone con patologie specifiche e che stanno assumendo una terapia farmacologica, l’impiego di un lassativo osmotico come il lattulosio o di altro tipo dovrebbe sempre avvenire sotto controllo medico, in modo sporadico e per brevi periodi di trattamento.

I lassativi possono, infatti, ridurre il tempo di permanenza nell’intestino e, quindi, l’assorbimento, di altri farmaci somministrati contemporaneamente per via orale, modificandone l’attività terapeutica attesa.

Il lattulosio è, poi, specificamente controindicato nelle persone affette da galattosemia, una malattia metabolica rara di natura genetica determinata da difetti degli enzimi che trasformano il galattosio (zucchero semplice che, unito al glucosio, forma il lattosio presente nel latte) in glucosio, permettendone la completa digestione e l’utilizzo da parte dell’organismo.

Alle dosi previste per aumentare la frequenza del transito intestinale, la somministrazione del lattulosio è generalmente controindicata durante la gravidanza e l’allattamento, salvo diversa e specifica indicazione del medico, dopo opportuna valutazione.

Una controindicazione assoluta per tutte le tipologie di prodotti a base di lattulosio riguarda, infine, la presenza o lo sviluppo di ipersensibilità nei confronti del principio attivo o di un qualsiasi altro composto contenuto, come per esempio lattosio, galattosio, fruttosio o solfiti (che possono essere presenti in tracce).

Lattulosio: principio attivo

Benché il lattulosio sia un principio attivo efficace e ben tollerato, né gli integratori né, a maggior ragione, i prodotti lassativi che lo contengono devono essere considerati come sostituti di una dieta bilanciata e di uno stile di vita sano e attivo: due elementi che rappresentano premesse irrinunciabili per supportare una buona digestione e un transito intestinale regolare, minimizzando il rischio di problemi gastrointestinali.

Sul fronte dell’alimentazione, per ottenere evacuazioni più frequenti, è importante soprattutto assicurare all’organismo il giusto apporto quotidiano di acqua e sali minerali, bevendo almeno 1,5-2 litri di liquidi al giorno, anche attraverso succhi di frutta, centrifughe, tisane, brodi, vellutate e zuppe a base di verdure, legumi e cereali ecc.

Fondamentale, poi, come noto, consumare regolarmente frutta e verdure fresche, crude o cotte, inserendole possibilmente in ogni pasto e rendendole più appetibili variando le modalità di preparazione e le ricette. L’olio extra-vergine di oliva, da usare per condire preferibilmente a crudo e in piccole quantità, è un altro degli strumenti anti-stitichezza messi a disposizione dalla natura.

Anche aumentare il consumo di alimenti integrali o aggiungere crusca allo yogurt o a creme di verdure può essere utile per migliorare il transito intestinale, ma non in tutti i casi. Se non si è abituali ad assumere discrete quantità di fibre insolubili, l’effetto può essere quello di veder comparire disturbi addominali come gonfiore, meteorismo, flatulenza e dolori crampiformi, senza aumentare la frequenza dell’evacuazione.

Sempre necessari ed efficaci, invece, per contrastare la stitichezza sono il movimento (l’ideale sarebbe camminare almeno un’ora al giorno e/o seguire sessioni di ginnastica online da fare in casa) e la riduzione dello stress, nemico dichiarato del benessere dell’apparato gastrointestinale (per esempio, seguendo corsi di yoga, mindfulness o praticando tecniche di respirazione e rilassamento).

Fonti