Comunemente quando si parla di congestione ci si riferisce a un disturbo che colpisce l’apparato digerente in seguito a un improvviso sbalzo termico. Bere una bevanda fredda con foga quando ci si sente accaldati o fare un tuffo in mare per sfuggire alla calura estiva sono classici esempi di comportamenti che possono favorire la congestione o, più correttamente, la congestione digestiva. Quest’ultima causa un malessere generale che può rivelarsi pericoloso, motivo per cui è sempre bene non sottovalutare eventuali avvisaglie e, soprattutto, prendere alcuni accorgimenti per ridurre il rischio di avere una congestione.

Che cos’è la congestione digestiva

Con il termine congestione si intende genericamente un eccessivo accumulo di sangue in un organo o in una parte del corpo. Nel caso specifico della congestione digestiva si fa riferimento a un blocco del processo digestivo a causa di un improvviso cambiamento della temperatura. La digestione inizia circa 20-30 minuti dopo il pasto e può durare anche diverse ore, in genere due o tre, dipende da cosa si è mangiato. Frutta e verdura vengono digerite in fretta, mentre occorre più tempo per digerire un pasto copioso ricco di proteine e grassi.

Durante la digestione, il sangue è concentrato nella zona dello stomaco e dell’intestino perché i processi chimici che permettono la trasformazione del cibo ingerito necessitano di molto ossigeno che viene trasportato in questi organi in gran quantità attraverso il torrente circolatorio. Un improvviso cambiamento della temperatura in questa fase delicata, come può capitare quando si beve una bevanda ghiacciata o si fa un bagno in piscina o al mare dopo un pasto, può far scattare una reazione di difesa da parte dell’organismo. Il cervello, di fronte all’emergenza, manda segnali utili a richiamare sangue dall’apparato digerente e mantenere costante la temperatura basale in tutto il corpo. La conseguente diminuzione della quantità di sangue che arriva all’addome può rallentare la digestione o addirittura provocare un blocco digestivo. Inoltre, si può verificare uno squilibrio in tutto il sistema circolatorio, con l’insorgenza di disturbi, talvolta gravi.

La congestione digestiva si può verificare anche in altre circostanze, per esempio qualora si faccia un eccessivo sforzo fisico mentre lo stomaco è impegnato a digerire un pasto o si passi da un ambiente riscaldato a uno freddo. Questo capita tipicamente in inverno quando, dopo aver mangiato, si esce subito a fare una passeggiata, senza magari coprirsi in modo adeguato, oppure in estate quando si passa dall’ambiente esterno dove la temperatura è molto elevata a un negozio o un ufficio in cui c’è l’aria condizionata.

I sintomi da non sottovalutare

La congestione digestiva non fa distinzione di sesso ed età, tuttavia i bambini e gli anziani sembrano più suscettibili rispetto agli adulti, complice la maggiore fragilità ed eventualmente la minore capacità di cogliere i campanelli d’allarme inviati dal corpo.

Sono diversi i sintomi che possono comparire qualora si vada incontro a un episodio di congestione digestiva. In genere si tratta di disturbi poco specifici e molto vari, comuni anche ad altre patologie e condizioni, come il colpo di calore. Tra i segni più comuni ci sono:

  • brividi;
  • crampi e dolori addominali;
  • pallore della pelle;
  • nausea e vomito;
  • flatulenza;
  • mal di testa;
  • sensazione di squilibrio;
  • sudorazione;
  • capogiri;
  • stato confusionale;
  • calo della pressione;
  • svenimento con perdita dei sensi.

In genere questi sintomi appaiono in modo graduale. All’inizio la persona avverte una sensazione di spossatezza con brividi, sudorazione fredda e pallore. Se non si interviene in alcun modo possono subentrare i crampi e il mal di pancia, nonché la nausea e/o il vomito.
Nei casi più gravi la congestione digestiva può portare allo svenimento. Se ciò avviene mentre si sta facendo un bagno in mare o in piscina, le conseguenze possono essere più gravi in quanto si rischia l’annegamento in assenza di soccorso.

Le situazioni che possono scatenare la congestione digestiva

La congestione digestiva è dovuta a un brusco sbalzo termico. Qui di seguito riassumiamo le situazioni che possono favorire questo disturbo dell’apparato gastrointestinale:

  • passare da un ambiente caldo a uno freddo, come accade quando si entra in un locale con aria condizionata molto forte e fuori fa molto caldo. Vale anche il contrario: passare dalla temperatura confortevole dell’ambiente domestico alle basse temperature esterne in inverno;
  • essere esposti a una corrente di aria fredda;
  • bere rapidamente una bevanda fredda quando si è accaldati, a maggior ragione se si è appena consumato un pasto abbondante o difficile da digerire in quanto ricco di grassi;
  • tuffarsi in acque molto fredde quando si è stati a lungo al sole o poco dopo avere mangiato;
  • praticare attività fisica subito dopo un pasto abbondante o ricco di grassi.

Che cosa fare

Riconoscere le prime avvisaglie della congestione digestiva è molto importante perché, con opportuni accorgimenti, si può stroncare il fenomeno e così evitare spiacevoli conseguenze.
Al primo segnale di malessere associato all’esposizione a uno sbalzo di temperatura, si raccomanda di distendersi con le gambe sollevate rispetto alla testa, cercando tenere la pancia calda con una borsa dell’acqua calda o una coperta per ripristinare la temperatura corporea e riattivare la digestione. Tra i rimedi utili c’è anche quello di inumidire un po’ la fronte con un panno imbevuto d’acqua a temperatura ambiente. Se possibile è sempre consigliabile il consulto del medico che saprà valutare tempestivamente la gravità della congestione.

Se la congestione è avvenuta dopo un bagno, bisogna asciugarsi bene e mantenere il corpo caldo. Altro valido accorgimento, appena ci si riprende un pochino e la temperatura corporea si è ristabilita, è bere una bevanda tiepida a piccoli sorsi. In genere dopo un paio di ore si sta meglio, anche se possono rimanere una sensazione di stanchezza e lievi dolori muscolari che di norma non richiedono il ricorso a particolari farmaci. Nei casi più severi occorre fare una visita dal medico o andare al Pronto soccorso se la persona ha perso i sensi. In ospedale gli specialisti, una volta confermata la diagnosi con opportuni esami, metteranno in atto le misure più opportune 

La prevenzione e i consigli

La migliore prevenzione si basa sull’evitare le situazioni che possono favorire la congestione, come bere bevande ghiacciate con rapidità quando si è accaldati o fare il bagno in mare dopo un pasto abbondante, soprattutto se l’acqua è molto fredda. Il tutto però condito con una buona dose di buon senso.

Se è vero che la regola di non fare il bagno in mare con la digestione in corso è una buona norma, è anche vero che se si è fatto solo uno spuntino o mangiata una semplice insalata il rischio di congestione è molto più basso, a maggior ragione se il bagno viene fatto  in acque tiepide, dove si tocca e si fanno solo poche bracciate. In questo tipo di situazione una persona con un buono stato di salute ha abbastanza sangue per mantenere tutte le parti del corpo in funzionamento.

Diversamente se si va a fare una nuotata dopo un pasto copioso, ricco di proteine e grassi, il rischio di malessere aumenta notevolmente. Utile dunque avere qualche accortezza anche sul fronte dell’alimentazione, evitando di abbuffarsi quando si è al mare se poi si vuole fare il bagno. Lo stesso vale in montagna, in inverno, quando ci si ferma per mangiare in un rifugio: meglio evitare di riempirsi lo stomaco con cibi grassi e pesanti per evitare difficoltà digestive, a maggior ragione se poi si vuole tornare subito sulle piste al freddo.

In generale per evitare spiacevoli inconvenienti in acqua conviene sempre bagnarsi con calma e gradualmente, bagnando prima polsi e tempie per abituare il corpo alla diversa temperatura ed evitare lo shock termico. Se l’acqua è particolarmente fredda si può prendere in considerazione anche la possibilità di indossare una muta, soprattutto se si ha intenzione di nuotare a lungo. È poi altrettanto importante non sottovalutare eventuali avvisaglie come brividi e spossatezza: in questi casi avvicinarsi alla riva o uscire dall’acqua. Inoltre, tenere sempre d’occhio i bambini quando sono in acqua perché spesso, presi dai giochi, non colgono eventuali segnali di malessere.