colore-delle-feci Colore feci: da cosa dipende e cosa indica

Le feci sono un importante indicatore dello stato di salute dell’apparato digerente e del benessere generale del corpo.
L’assorbimento dei nutrienti avviene durante il passaggio degli alimenti ingeriti attraverso l’apparato digerente; al termine del processo di digestione, il materiale di scarto, ovvero le feci, viene raccolto e compattato nell’ultimo tratto dell’intestino retto, l’ampolla rettale, dal quale viene poi espulso attraverso l’ano.
Le caratteristiche delle feci, tra le quali la colorazione, possono quindi dare indicazioni importanti sulle condizioni dell’apparato digerente, sulle abitudini alimentari e sull’eventuale presenza di problemi o patologie.

Le caratteristiche delle feci

In condizioni normali, il materiale fecale è composto in prevalenza di acqua, che ne costituisce circa il 75%, mentre la restante massa solida è formata da:

  • fibre e altre sostanze non completamente digerite;
  • grassi;
  • enzimi digestivi;
  • batteri che fanno parte della flora batterica (chiamata più propriamente microbiota) intestinale;
  • muco;
  • cellule epiteliali prodotto della desquamazione della mucosa dell’intestino;
  • sostanze inorganiche come calcio e fosfati.

Non tutta la massa fecale, quindi, dipende dall’alimentazione, e questo è il motivo per cui, anche se in misura minore, le feci si formano anche quando si sta a digiuno.

Le caratteristiche delle feci a cui fare attenzione per valutare lo stato di salute dell’apparato digerente sono:

  • quantità;
  • consistenza;
  • odore;
  • colore.

Normalmente, l’organismo di un adulto espelle una quantità variabile tra 150 e 300 grammi di feci ogni giorno, con una frequenza che può essere anche piuttosto variabile, in base all’alimentazione – in termini sia di quantità sia di tipologia di cibo assunto con il pasto – ma anche ad altri fattori, per esempio particolari condizioni psicologiche o cambiamenti nelle abitudini; un esempio tipico è l’alterazione nella frequenza di defecazione che si sperimenta spesso in viaggio.

La quantità di feci prodotta può aumentare, per esempio, se si incrementa l’apporto di fibre nella dieta, se le feci si sono accumulate per mancata evacuazione nei giorni precedenti, ma anche in presenza di alcune malattie che interferiscono con il normale processo della digestione, come la celiachia o la pancreatite; in questi casi compare la diarrea, con una frequenza aumentata dell’evacuazione e la perdita di quantità elevate di acqua e sali.
Si può avere invece una produzione di feci ridotta rispetto al normale in caso di scarsa assunzione di cibo o di dieta insufficiente o poco bilanciata, con apporto inadeguato di frutta e verdure.

Una consistenza semi solida è considerata normale, mentre feci dure sono tipiche della stitichezza (o stipsi): in questa condizione, infatti, le feci si disidratano a causa della prolungata permanenza nel colon. Se, al contrario, il transito intestinale è troppo rapido, le feci possono avere una consistenza disomogenea, possono essere molli, semi liquide, liquide o acquose, come nella diarrea.
L’odore delle feci dipende dal processo di decomposizione delle proteine a opera dei batteri che fanno parte della flora batterica dell’intestino: se il transito intestinale è lento, come in caso di stitichezza, la putrefazione produce feci maleodoranti, al contrario di quanto avviene nella diarrea.
Infine, il colore delle feci, in condizioni normali, è marrone, con tonalità variabili dal chiaro allo scuro. Una colorazione diversa può dipendere da varie cause.

In presenza di stitichezza, diarrea o altri cambiamenti improvvisi e significativi delle caratteristiche delle feci, è importante rivolgersi al proprio medico per una visita, durante la quale verranno raccolte informazioni sulla storia clinica del paziente, sulle caratteristiche del disturbo e sulla presenza di eventuali sintomi associati, come per esempio dolori addominali. Al termine della visita il medico indicherà la necessità, se opportuno, di un consulto con un gastroenterologo o di esami di approfondimento per arrivare a una diagnosi e, se necessario, per definire una cura. In alcuni casi il medico potrà per esempio consigliare l’assunzione di prodotti a base di probiotici e/o prebiotici, in grado di favorire l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Cambiamento di colore delle feci: le cause

La pigmentazione delle feci è legata alla presenza di bilirubina, una sostanza nota principalmente perché un suo accumulo nel sangue può causare una colorazione giallastra della pelle e della parte bianca degli occhi, nota con il termine ittero.
La bilirubina deriva dalla degradazione dell’emoglobina nella milza. Questa sostanza viene poi metabolizzata nel fegato, dove diventa un costituente della bile, che viene riversata nell’intestino: qui la bilirubina viene degradata dai batteri del microbiota ed eliminata con le feci. I prodotti della sua trasformazione conferiscono alle feci la tipica colorazione marrone.

Il colore delle feci non dipende però solo dalla bilirubina, ma è strettamente legato anche all’alimentazione o alla presenza di un disturbo o di una malattia gastrointestinale.

Le possibili cause del cambiamento di colorazione delle feci sono:

  • dieta che prevede il consumo di quantità elevate di alcuni alimenti colorati, per esempio barbabietole, spinaci e verdure a foglia verde in genere, carote, zucca, albicocche, ecc.;
  • assunzione di coloranti alimentari, che può causare alterazioni anche del colore delle urine;
  • condizioni patologiche che provocano malassorbimento, cioè assorbimento insufficiente dei nutrienti da parte della mucosa dell’intestino, come la celiachia e le malattie infiammatorie croniche (colite ulcerosa, malattia di Crohn);
  • malattie del pancreas e del fegato;
  • disturbi e patologie della colecisti (chiamata anche cistifellea), come i calcoli biliari;
  • diverticoli;
  • emorroidi o ragadi;
  • sanguinamento intestinale;
  • assunzione di alcuni farmaci.

Vediamo più nel dettaglio le cause che portano a specifiche colorazioni delle feci.

Feci verdi e arancioni
Il colore verde può indicare che il transito intestinale dei prodotti della digestione è più rapido del normale. Feci di colore verde, quindi, spesso compaiono in caso di diarrea, e possono indicare la presenza di una patologia che provoca questo disturbo, ma anche di un eventuale uso eccessivo di farmaci lassativi o di integratori di ferro.

Questa colorazione, però, può essere dovuta anche all’assunzione di quantità elevate di alimenti particolarmente ricchi di clorofilla, come i vegetali a foglia verde, gli spinaci, il prezzemolo, i fagiolini, l’insalata, o di coloranti alimentari.
Anche una pigmentazione arancione delle feci dipende dall’alimentazione, in questo caso ricca di coloranti o di alimenti di colore arancione, come zucca, carote, patate dolci, albicocche.

Feci chiare
L’evacuazione di feci chiare, di colore grigiastro, untuose e maleodoranti può indicare steatorrea, una condizione caratterizzata dalla presenza di elevate quantità di grassi non digeriti nelle feci. La steatorrea è generalmente dovuta a malattie da malassorbimento, come la celiachia.
Feci bianche possono essere indicative anche di patologie del fegato, del pancreas o delle vie biliari, come cirrosi epatica, epatite o pancreatite; inoltre, possono comparire anche dopo l’assunzione di alcune sostanze contenute nei mezzi di contrasto utilizzati nelle indagini di diagnostica per immagini.
Un colore giallo argilla degli escrementi è di solito dovuto alla presenza di un’ostruzione dei dotti biliari, che riduce o impedisce l’afflusso di bile nell’intestino. Questa condizione può essere dovuta alla presenza di calcoli alla cistifellea.

Feci rosse
Le feci possono assumere un colore rossastro a seguito dell’assunzione di quantità elevate di alimenti, coloranti o integratori alimentari con questa colorazione, per esempio i succhi di pomodoro, i frutti rossi, le barbabietole, i peperoni rossi ecc.
Il colore rosso delle feci può indicare però anche la presenza di emorragie nel tratto gastrointestinale. In particolare, un colore rosso acceso con striature di sangue visibili sulla carta igienica e nel wc indica un sanguinamento nel tratto finale dell’intestino, per esempio a causa di emorroidi, ragadi, polipi, diverticoli o tumori intestinali.

Feci scure e nere
Anche una pigmentazione delle feci più scura del normale può essere dovuta all’alimentazione, in particolare all’assunzione di quantità elevate di integratori o di alimenti ricchi di ferro, come la carne e il cioccolato, di carbone alimentare, di liquirizia, di mirtilli, di more, di barbabietole, ecc.
La feci nere, però, spesso sono indicative della presenza di emorragie nel tratto superiore dell’apparato digerente, nell’esofago, nello stomaco o nel duodeno. Questa particolare colorazione, infatti, è dovuta alla presenza di sangue non digerito nelle feci, una condizione chiamata melena, caratterizzata anche da escrementi vischiosi e maleodoranti.

La comparsa di feci di colore insolito deve essere sempre segnalata al medico che, se necessario, potrà poi indirizzare il paziente a una visita con specialisti in gastroenterologia.

Fonti